Affidarsi a un interior designer per la progettazione della propria casa significa scegliere di avere una figura al proprio fianco che ha come scopo quello di rendere accogliente, comoda, vivibile e bella la propria abitazione. Gli aggettivi che ho scelto non sono a caso e non sono banali. Ogni parola ha un peso. La casa deve essere comoda nel senso che deve avere una distribuzione funzionale, gli impianti al posto giusto, le luci ben distribuite e pensate, gli arredi della giusta misura, con il giusto comfort acustico, termico, luminoso. Deve essere vivibile perché non si tratta di un museo immacolato ma un posto che è la cornice della vita quotidiana. Deve essere accogliente perché è un nido che ci deve regalare relax. Infine deve essere bella, perché la bellezza migliora l’umore e vivere in un bel posto rende orgogliosi, felici e soddisfatti.
L’interior designer si occupa della parte tecnica ed emotiva. Ha il compito anche di far quadrare le opinioni dei diversi membri della famiglia e di trovare la migliore soluzione, unica e personalizzata che centri più obiettivi possibili e che renda i compromessi necessari fonte di opportunità.
Veniamo al dunque: quando chiamare l’interpor designer? Appena possibile.
Prima ci si affida al progettista meglio è. Per spiegarlo meglio vediamo un caso concreto di un progetto che abbiamo in corso dall’anno scorso, quello della West Riverside House.
Case history: West Riverside Hause
Ho scelto un esempio recente per raccontare come si può fare bene quando si parte con anticipo. I clienti della WRH hanno acquistato su carta un appartamento tagliato in pianta molto bene. Si tratta(va) di un trilocale con un’ampia zona giorno, cucina separata, bagno lavanderia con disimpegno con accesso dal living e secondo disimpegno che porta al bagno principale, alla camera padronale e alla cameretta. I clienti si sono affidati a noi con largo anticipo, prima che iniziassero i lavori. Abbiamo potuto fare un’importante revisione architettonica, ottimizzando gli spazi, creando un grande openspace con cucina a vista che era il sogno dei committenti. Con una progettazione fine siamo andati a lavorare in accordo con l’impresa, l’abbiamo potuto fare perché muovendosi in anticipo non ci sono stati cambi e modifiche sostanziali di pareti o impianti a cose fatte. Il supporto di un Interior designer è importante per i proprietari di casa tanto quanto per l’impresa di costruzioni, perché si trova a dialogare con professionisti che propongono soluzioni razionali dello spazio, della posizione degli impianti e aiutano i clienti a essere più decisi verso una direzione.
tempi e costi
Chiamare subito il progettista significa anche metterlo al corrente dal momento zero della situazione e questo rende più agile il lavoro. Ottimizzare i tempi, ridurre le modifiche in corso d’opera e lavorare d’anticipo, permette di risparmiare anche in termini di denaro. Di tempi e di conseguenza costi vorrei fare un approfondimento in futuro con Andrea che sul suo blog fa approfondimenti verticali su questi temi.
Ecco la pianta e come si vede abbiamo fatto un bel intervento di revisione architettonica. Abbiamo persino spostato l’ingresso di casa! Questo grazie al costruttore che, cosa non scontata, si è dimostrato aperto al cambiamento nell’ottica di un miglioramento globale. Questo significa mettere al centro i clienti.
Insomma iniziare subito a progettare con l’obiettivo finale in mente è un grande passo per raggiungere la propria meta con più tranquillità. I problemi possono sempre capitare, ma avere un progetto costruito per tempo e ad hoc permette di risolvere anche le problematiche velocemente. Un progettista ha sempre un asso nella manica.
Spero di aver trasmesso con questo post il messaggio che un interior designer non è un arredatore. O almeno non è solo quello. Si tratta di una figura che ha in mente la casa a 360° dall’involucro agli arredi, passando per tutto ciò che sta in mezzo.
– Fine –
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